... poi succede che una mattina incontri, come (quasi) tutte le mattine, la tua amica di sempre (si, 10 anni sono un "sempre") e, a differenza di (quasi) tutte le mattine, in cui il saluto si limita a un bacio soffiato di corsa dall’altra parte della strada, seguito da una serie inconsulta di gesti con le mani che solo voi due sapete decifrare (tutto bene, sono in ritardo, fatti sentire, ti chiamo dalla macchina, baci), ti fermi a parlare perché le hai visto un’espressione strana in volto e anche tu vuoi regalarti 5 minuti per sfogare due o tre frustrazioni.
giovedì 18 settembre 2014
Traumph
... poi succede che una mattina incontri, come (quasi) tutte le mattine, la tua amica di sempre (si, 10 anni sono un "sempre") e, a differenza di (quasi) tutte le mattine, in cui il saluto si limita a un bacio soffiato di corsa dall’altra parte della strada, seguito da una serie inconsulta di gesti con le mani che solo voi due sapete decifrare (tutto bene, sono in ritardo, fatti sentire, ti chiamo dalla macchina, baci), ti fermi a parlare perché le hai visto un’espressione strana in volto e anche tu vuoi regalarti 5 minuti per sfogare due o tre frustrazioni.
sabato 13 settembre 2014
Dyson, Berlino ed io
E’
passata già una settimana e invece a me sembra ieri.
E’ passata solo una settimana, e invece a me sembra un secolo.
Quel
che è certo è che, una settimana fa, ho avuto il privilegio di essere invitata
da Dyson a partecipare alla conferenza
stampa di presentazione del nuovo Robot Dyson 360 Eye, direttamente presso il
loro stand all’IFA 2014 a Berlino.
Si, io e altri 3 ambassador dysoniani eravamo seduti in mezzo a
giornalisti, esperti di settore e addetti ai lavori, pronti a vedere con i
nostri occhi quello che per qualche giorno, grazie a un video ufficiale, era stato solo intuito e ipotizzato,
ma decisamente non indovinato!
lunedì 11 agosto 2014
Viaggiare sì, ma assicurati!
Me la ricordo come fosse ieri, la partenza per il mio viaggio di nozze. E più ancora mi ricordo, tra i millemilioni di preparativi, la scelta della meta della nostra più-che-romantica avventura: l’Egitto. Dal Cairo, alla crociera sul Nilo fino alla paradisiaca Ras Nasrani Bay.
Per
quanto mi sforzassi, mappamondo alla mano, di trovare alternative anche più
esotiche, anche più lontane, non c’era altro posto al mondo che desiderassi
visitare più dell’Egitto. Probabilmente oggi sceglierei destinazioni diverse,
ma quindici anni fa Egitto volevamo ed
Egitto fu.
Sicuramente
l’unico giorno in cui ho pensato a qualcosa di diverso da piramidi, sfingi,
crociere e barriere coralline fu il 15 settembre, ma per il resto già mi
immaginavo sulla gobba di un cammello per raggiungere una qualsiasi oasi e sorseggiare
il tè nel deserto. No… bè, per fortuna il nostro itinerario non prevedeva cammelli,
oasi né tè nei deserti!
venerdì 1 agosto 2014
L'importanza di saper chiedere scusa
Così
come non tutte le ciambelle escono col buco, non tutte le giornate sono
perfettamente perfette. E allora, tra le mille incombenze sbrigate con i tre
figli al seguito, capita che la pazienza
ogni tanto scappi via. Quando accade, la dinamica è sempre la stessa. Chiedi
collaborazione. Un po’ la ricevi e un po’ no. Loro decidono di scioperare nel
momento di maggior bisogno (chiamali
fessi!). Prendendo a calci il tuo modello educativo per eccellenza, perdi
le staffe. Lei, Maria Montessori, il tuo modello, il tuo faro, la tua guida, si
ribalta nella tomba.
Morale, finisci per sentirti una merda
(l’ho cercato un sinonimo… non c’è!).
E’
proprio in quest’ultima fase che ti giochi la tua credibilità e reputazione di
madre (ma non solo!), innanzi tutto
ai tuoi occhi. Perché non importa e non fa niente. Un momento di défaillance è
concesso a tutti. Sì, anche quando il momento è ripetuto più volte nella stessa
giornata. Succede. Amen.
lunedì 28 luglio 2014
La valigia perfetta è la valigia "impacchettata"
Se
luglio è il mese delle vacanze in cui ogni membro della nostra famiglia se ne
va a zonzo, più o meno per conto proprio (vabbè
dai, più o meno!!), agosto invece è il mese in cui ci riuniamo tutti e 5
sul Cucuzzolo. E andare tutti e 5 sul Cucuzzolo per un mese intero equivale ad
effettuare un vero e proprio trasloco.
Dice
“ma
ci andate talmente tanto spesso che avrete tutto il necessario lassù”.
Si fa presto a dire tutto il necessario!
Io sono un’ottimista di natura per cui, ogni anno, faccio in modo di lasciare
una dotazione di vestiti per tutti, per tutte le stagioni ma, da un anno all’altro,
i 3/5 della famiglia trovano inutilizzabile la quasi totalità del contenuto dei
loro armadi, quindi bisogna portarsi tutto da Roma.
L’anno
scorso, dopo aver svuotato la ventesima valigia, in cui sembrava che un furetto
avesse corso la millemiglia in tondo e a piedi, ho (più o meno casualmente) scoperto che per tenere armadi, e quindi valigie, perfettamente in ordine basta piegare i vestiti a pacchetto.
domenica 27 luglio 2014
Quando i fratelli vanno in vacanza
Se
quella che è appena finita è stata la settimana del campo dei Lupetti, è stata anche
quella in cui una terzogenita si è
ritrovata, temporaneamente, ad essere l’unica.
E io me la sono
proprio goduta questa unicità.
Ob torto collo, ho fatto cose con lei cose che di
solito evito come la peste, e mi sono resa conto che ho sempre fatto male.
Me la sono portata dietro ovunque. L’ho costretta a situazioni estenuanti e noiose (la riparazione del lavandino di una cucina, la fila alla scuola media per la consegna della pagella di Francesco, un giro in banca, e un intero pomeriggio di lavoro, senza poter fare un fiato) che perfino Tantalo avrebbe fatto fatica a sopportare.
Me la sono portata dietro ovunque. L’ho costretta a situazioni estenuanti e noiose (la riparazione del lavandino di una cucina, la fila alla scuola media per la consegna della pagella di Francesco, un giro in banca, e un intero pomeriggio di lavoro, senza poter fare un fiato) che perfino Tantalo avrebbe fatto fatica a sopportare.
sabato 26 luglio 2014
Quando i figli vanno al campo... #nessunanuovabuonanuova
Ringraziando
Dio, la settimana più lunga dell’anno sta volgendo al termine. Tra poco più di 12 ore riavrò intorno i miei ragazzi partiti, stando al mio cuore, una vita fa.
Zaino
in spalla, domenica scorsa, ci siamo presentati all’appuntamento con mezz’ora
di anticipo, e poi sono partiti con mezz’ora di ritardo.
Risalendo in macchina, ho
trovato un portapranzo che deve essere scivolato fuori dallo
zainetto. Stringendo quei panini tra le mani non ho saputo trattenere le
lacrime. In realtà credo che non aspettassi altro!
Per
fortuna è stata una settimana piena di impegni, appuntamenti, incombenze da sbrigare
e progetti da sviluppare perché,
altrimenti, mica lo so come sarei sopravvissuta.
D’altra parte io sono quella del mantra
#nessunanuovabuonanuova mica del #evvivasisonolevatidaipiedi.
Dietro
un figlio, o meglio mio figlio, lasciato libero di andare per la sua strada, ci
sarei io-mamma che vorrei corrergli dietro per poterlo proteggere e
sorreggere in ogni momento di reale o presunta difficoltà. Dietro mio figlio, lasciato libero di andare per la sua strada, fortunatamente ci
sono io-figlia
che non finirò mai di ringraziare mia
madre per avermi da sempre reso una persona indipendente, e per avermi
insegnato a vivere la libertà.
E solo adesso mi rendo conto di quanti rosari debba aver sgranato mamma durante la mia adolescenza.
Resta
il fatto che avrei tanto voluto essere lì
quando Tommaso ha presentato la nuova canzone per la preghiera del pranzo,
o quando Francesco ha raccontato la vita di non so quanti Papi.
Avrei
voluto essere lì e partecipare anche
io al gioco dei mimi inventato da Tommaso, e avrei voluto essere accanto a
Francesco nella sua battaglia contro il rifiuto del cibo (quello sano che ovviamente non gli piace!).
Avrei
voluto essere lì per vedere la loro espressione
nello scoprire di aver lasciato a casa la polo della divisa e il k-way (nonostante mi fossi tanto raccomandata di
spuntare un’altra volta l’elenco del materiale). Sì perché quest’anno gli
zaini li hanno preparati interamente da soli, mentre il mio unico contributo è
stato quello di lavare, stirare e impacchettare i vestiti. Anche questo fa parte
del cammino di crescita scout: occuparsi
delle proprie necessità senza delegare ad altri, tanto per avere un capro espiatorio nel caso qualcosa non
giri per il verso giusto. E io sono stata ben felice di lasciarli liberi anche di
dimenticarsi qualche cosa!
Domani torneranno a
casa, con due zaini da svuotare e un campo intero da raccontare. Ma adesso mi piace immaginarli
nella loro ultima notte a Cardito, che per qualcuno sarà proprio l’ultima notte
nel Branco.
Buona
caccia e buona strada, figli miei
mercoledì 23 luglio 2014
Preparativi per la prima elementare: cosa serve?
Archiviata per sempre la scuola materna, mi sto preparando (non solo psicologicamente) a vivere il terzo giro di scuola elementare ma non ho alcuna intenzione di elencare (né per me né per voi, sventurati lettori delle mie peripezie, più mentali che fisiche, sulla “adolescengenitorialità”) ciò che sia assolutamente fondamentale (o decisamente inutile) acquistare, per prepararsi al grande giorno.
Dopo 6 anni di onorato servizio prestato alla scuola primaria, e con un nuovo quinquennio davanti, sento di poter dispensare un consiglio spassionato: tenetevi alla larga da qualsivoglia centro commerciale, cartoleria o negozio specializzato, perché io lo so quanto sia difficile resistere alla tentazione di approfittare delle imperdibili offerte sui prodotti scolastici. Ancora me la ricordo la scorta di quadernoni a righe e a quadretti per la I elementare del primogenito… Peccato che fino all’Epifania i bambini abbiano utilizzato i quadernoni a quadretti grandi da 1 cm!
venerdì 18 luglio 2014
Ridere a crepapelle e #bacialautista
Fai
giusto in tempo a tornare dalla vacanza al mare (e che vacanza! e che mare!) che
ti ritrovi seduta a un tavolo di una delle più note bisteccherie di San Giovanni a Roma (il fatto che tu non l’avessi sentita
nominare fino a quel momento è solo un trascurabilissimo dettaglio), in compagnia
delle tue amiche romane. Quelle con cui non ti limiti a interagire virtualmente,
7 giorni su 7 su tutti i social possibili e immaginabili; quelle con cui la
sola idea di trascorrere qualche ora ti mette l’allegria e il buonumore.
Così
lunedì scorso, tra una lavatrice e un giro al supermercato (giusto per ripristinare il livello minimo
della dispensa), mentre (tanto per
cambiare) ero in macchina, sul cellulare hanno iniziato a trillare le
notifiche di millemila messaggi. Che
tentazione di afferrare il telefono, noncurante di es sere lanciata a 60kh/h sul
viadotto che mi avrebbe riportata a casa. Invece ho saputo resistere perché una
testa sulle spalle ce l’ho ancora, grazie a Dio. Ma non dirò che, scimmia come
sono, abbia aspettato di aver sistemato tutta la spesa prima di leggere i
messaggi sul telefono perché, tanto, non ci crederebbe nessuno. Infatti, ero ancora in ascensore e già prendevo
accordi per la serata.
giovedì 26 giugno 2014
Che lavoro fai, mamma?
Un
paio di settimane fa, sono stata in classe di Michela perché, per tradizione, i
genitori dei bambini dell’ultimo anno della materna sono invitati a raccontare
il loro lavoro.
Non
avendo partecipato quando, ai tempi di Tommaso, lavoravo in Telecom Italia,
figuriamoci se pensavo di propormi quest’anno, che ancora non ho deciso cosa
fare da grande… Ma Michela, a differenza del fratello, ha talmente insistito che
non ho avuto il coraggio di dirle di no.
E
mo? Ho pensato… che lavoro faccio, io?
Sarebbe stato facile parlare del mio lavoro ai tempi di Telecom Italia. Triste
e grigio, ma facile. Già più complicato all’epoca di Bio’n’Happy, la società di
produzione e vendita di pannolini lavabili e prodotti per l’infanzia che ho
contribuito a creare ma di cui, già da un paio d’anni, non faccio più parte. Ma
adesso? Adesso che non sono (e non mi
sento) né carne né pesce, che lavoro
faccio?!
Così,
per prepararmi ad affrontare 25 microindividui, di età compresa tra i 3 e i 6
anni (più 3 che 6!), ho iniziato a
riflettere alle mille parti in commedia che faccio quotidianamente, e mi sono
soffermata su quella che mi piace e mi appassiona di più (No, non ci provate: la mamma non è un lavoro! Io non conosco una donna che
farebbe la mamma per denaro!!).
lunedì 23 giugno 2014
Io, Dyson e le #sfidedysoniane
DYSON ANIMALPRO - Del Dyson DC62 animalpro ne avevo già parlato qualche tempo fa, ma quello che ancora non avevo detto (fondamentalmente perché non era ancora successo) è che lo staff di The Talking Village ha portato me (e altre blogger provenienti da ogni dove) in gita in quel di Milano, alla sede di Dyson Italia.
DYSON ITALIA - No, ahimé, non ho visitato la
fabbrica dove tutte le cose prendono vita ma, direttamente dall’Inghilterra, è
venuto per noi un ingegnere progettista che, con un entusiasmo a dir poco
contagioso, ci ha raccontato con quanta cura e con quanta attenzione realizzino
le loro macchine, lassù oltre Manica; quanti esperimenti, quanti tentativi e
quante simulazioni siano necessari prima di poter avviare il processo della
produzione. Nessuno di noi, ad esempio, sospettava che, avendo così tanto a
cuore l’eliminazione di acari batteri e allergeni, in Dyson avessero un laboratorio interno, in cui questi
microorganismi vengono allevati, nutriti, studiati e… ahiloro, aspirati!
mercoledì 18 giugno 2014
Dal ciuccio al cellulare
La scuola è finita. Le pagelle le abbiamo (più o meno) ritirate; le feste di
classe le abbiamo organizzate; e ora siamo qui, come ogni anno, a porci a stessa domanda: per la promozione, regalo si o regalo no?
Mentre
cerchiamo di trovare, una volta per tutte, risposta a questo esistenziale
interrogativo, secondo solo a “Chi siamo,
da dove veniamo?” figlio Francesco, come suo fratello un anno prima
di lui, ha conquistato il tanto
ambito cellulare.
Per la cronaca si tratta di un piccolo smatphone che
comprammo l’autunno scorso per tamponare “un’emergenza” e, quasi
immediatamente, riposto in un cassetto in attesa che, anche per Francesco,
arrivasse il momento giusto.
Ma quand’è il momento
giusto? Come in
ogni aspetto che riguardi l’educazione dei figli, il concetto di giusto e sbagliato sono a dir poco
soggettivi. Noi abbiamo scelto di dotare i ragazzi di cellulare nel momento
in cui abbiamo ritenuto arrivato il
momento di allentare le briglie e iniziare a concedere loro una maggiore
libertà di movimento, il che ha coinciso con l’inizio della scuola media.
Ovviamente, impazienti ed eccitati, i ragazzi ci hanno implorati di anticipare
il momento alla fine della scuola elementare per poter restare in contatto con
i loro compagni…
venerdì 6 giugno 2014
Per chi suona la campanella?
Anche quest’anno, come ogni anno,
alle 16.20 è suonata l’ultima campanella. Quella che non solo ha messo un punto a questo, assai
impegnativo, anno scolastico ma ha anche, inesorabilmente, decretato la fine di
un’era, quella di Francesco all’Angelo
Mauri.
Non posso dire che sia stato un
quinquennio scolasticamente facile. A partire dalla delusione per non essere rientrati in nessuna delle due sezioni
a metodo Montessori; le difficoltà e le incomprensioni con la maestra di italiano e il conseguente tourbillon di supplenti, terminato finalmente in IV elementare con
l’arrivo della maestra di ruolo.
Non sono stati facilissimi neanche i
rapporti tra genitori
ma, tutto sommato, abbiamo trovato sempre un modo per superare grandi e piccole
divergenze perché, checché se ne dica, siamo stati un bel gruppo classe o, per
lo meno, in questi anni ne ho visti di peggiori!
mercoledì 4 giugno 2014
Perché ieri ho fatto sterilizzare la nostra gatta
Fin da quel
25 novembre 2013 sapevo che sarebbe
arrivato il giorno in cui avrei portato la nostra gatta (al secolo Mirtilla) dal veterinario per farla sterilizzare.
Da quando è
con noi, Mirtilla (sempre la gatta) è
andata in calore un paio di volte e, per
quanto fosse piuttosto chiaro che la sterilizzazione s’avesse da fa’ per il suo bene, ho fissato, rimandato e
annullato appuntamenti con tutti i veterinari del quartiere, perché ogni volta
mi prendeva, prepotente, la tentazione di farle fare almeno una cucciolata. Al di là di ogni altra (più sensata)
motivazione, il rifiuto categorico e tassativo da parte dei miei figli di dare
in adozione anche solo uno degli eventuali, futuri micetti, ci ha decisamente
fatti tornare con i piedi per terra.
Le altre (più sensate) motivazioni me le hanno suggerite alcune mie social amiche. Sì, io sono sempre quella che ha un gran daffare con l’amicizia virtuale, quella che qualcuno ancora si ostina a demonizzare e denigrare.
venerdì 30 maggio 2014
Di partenze e di ritorni, ovvero #nessunanuovabuonanuova
Questo sarà un lunghissimo week end
di partenze e di ritorni.
Un week end impiegato a preparare e a disfare valigie e zaini. Un week end
iniziato ieri mattina, con la partenza di Michela per il camposcuola con tutti i
bambini dell’ultimo anno della materna. Certo che, per quanto non fosse laprima volta che ho accompagnato uno dei miei figli al pullman (o al treno!), è stata una grandissima
emozione!
Sabato
pomeriggio poi, se ne andranno tutti e tre
all’uscita di gruppo con gli scout. E
io me ne starò qui, a sgranare il rosario a suon di #nessunanuovabuonanuova
perché, in queste occasioni, se nessuno ti chiama vuol dire che va tutto bene.
Ad affrontare e sopravvivere alla
partenza dei figli, senza avere contatti telefonici continui e costanti con
loro, l’ho imparato
già ai tempi dei soggiorni estivi per i figli dei dipendenti di Telecom Italia.
Ben 14 giorni senza poter telefonare ad ogni piè sospinto per chiedere che-hai-fatto-oggi-?-Ti-sei-divertito-?-Che-hai-mangiato-?-Hai-indossato-la-canottiera-pulita-?
Agli occhi del resto del mondo è sempre sembrata una deplorevole follia,
lasciare i figli in balìa di estranei, senza che noi genitori potessimo
interferire 24 ore su 24, tutti i giorni, per 14 giorni. Però in effetti per il
bambino, ricevere la telefonata dei genitori che, sistematicamente, arriva nel
momento meno opportuno (durante il gioco,
la doccia, la cena, le attività serali), rappresenta un fuori programma difficile da gestire.
Viceversa, essere lui a telefonare a casa in giornate e orari prefissati lo mette al riparo da emozioni troppo
forti, che avrebbero come unico effetto il crollo di un equilibrio tanto
faticosamente raggiunto.
lunedì 26 maggio 2014
Quando inizia l'adolescenza?
L’adolescenza
inizia con il primo test di gravidanza positivo.
Ovviamente non mi riferisco alle trasformazioni fisiche dei nostri figli per
quanto, giuro, hanno un ché di traumatico (anche
e soprattutto) per noi genitori.
Io sono mesi che vado rievocando i tempi in cui ti-cambiavo-il-pannolino, ti-mettevo-sul-seggiolone, ti-portavo-sempre-con-me-nel-marsupio etc etc.
Io sono mesi che vado rievocando i tempi in cui ti-cambiavo-il-pannolino, ti-mettevo-sul-seggiolone, ti-portavo-sempre-con-me-nel-marsupio etc etc.
Anche se arriverà e ti travolgerà come il più violento degli
tsunami, l’adolescenza è un appuntamento
(non annullabile e non procrastinabile) al quale non si può arrivare
impreparati. Più che altro bisogna aver preparato il terreno, sin dalla più
tenera età. E il terreno si prepara con il
dialogo e l’esempio.
Se da una parte è fisiologico (e normalissimo) che un figlio
adolescente inizi a difendere a spada tratta la propria privacy, mostrando segni di insofferenza già alla seconda domanda riguardante
la sua giornata e le “sue cose”, dall’altra non si può pretendere di instaurare un dialogo con lui e di non essere
tagliati fuori dalla sua vita, se in passato non lo abbiamo mai coinvolto nella
nostra.
mercoledì 21 maggio 2014
Ansia da prestazione scolastica - io speriamo che sopravvivo
L’ANSIA DA PRESTAZIONE SCOLASTICA, SOPRATTUTTO NELL’ADOLESCENZA, E’ SEMPRE DIETRO L’ANGOLO, e lo scopri la prima volta che uno dei tuoi figli venga chiamato a sostenere la sua prima prova importante. Altro che interrogazioni, verifiche, compiti in classe o le tanto odiate Prove Invalsi. La sola idea di doversi trovare a tu-per-tu con un estraneo; di avere appena 5 minuti per dimostrare tutto il proprio sapere, senza avere la più pallida idea delle domande alle quali dover dare una risposta (e per di più giusta), direi che siano motivi più che sufficienti a fargli salire un leggero stato di ansia.
L’ANSIA DA PRESTAZIONE SCOLASTICA SI MANIFESTA COSI’, che te lo vedi vagare per casa senza meta, senza riuscire a stare seduto su una sedia per più di 25 secondi, incapace di mantenere la concentrazione su alcunché, neanche sull’oblò della lavatrice in funzione.
Lo osservi
tormentarsi le mani, stringersele allo stomaco. Indovini uno a uno i suoi
pensieri, primo fra tutti il desiderio che fosse già tutto finito, mentre il
tuo cuore vorrebbe farlo magicamente
tornare indietro, al tempo in cui tu
eri tutto il suo mondo e ti trotterellava accanto agitando il suo sederotto
fasciato in un paffuto pannolino, ignaro che un giorno avrebbe dovuto
affrontare la sua prima vera prova senza di te.
martedì 20 maggio 2014
Facce da mammacheblog
Quando sono partita da Roma non lo sapevo che quello appena trascorso sarebbe stato il mammacheblog delle mie facce.
Faccia
tosta –
per non essermi fermata all’evidenza e aver chiesto al barista della stazione
dove fosse finito il vassoio delle grangolose,
e per aver accettato di farmi mettere lo smalto rosso da niente-popo-di-meno-che
Claudia Mencaroni in persona personalmente, su un treno lanciato a 300 km/h e
senza una boccetta di acetone, per correggere eventuali disastri che, ça va
sans dire, non si sono verificati... Se non è stile questo…
faccia da
video - per aver
rilasciato un’intervista a Veronica Viganò per Bepanthenol, subito dopo essermi
registrata e prima di tuffarmi e perdermi nell’atmosfera del mammacheblog. L’unica
risposta che mi ricordo di aver dato è quella alla domanda “quale è il tuo modello di donna (e mamma)?”
mia madre, mia unica grande, immensa
fonte di ispirazione.
Ah, ovviamente anche quest’anno, nonostante l’iscrizione, non sono riuscita a superare lo scoglio del MOMShowCase. Io lo so che l’anno prossimo FattoreMamma mi oscurerà la casella per la prenotazione…
Ah, ovviamente anche quest’anno, nonostante l’iscrizione, non sono riuscita a superare lo scoglio del MOMShowCase. Io lo so che l’anno prossimo FattoreMamma mi oscurerà la casella per la prenotazione…
FACCIA DA SUSHI – mangiatelo voi, possibilmente a cena e in compagnia di una delle vostre più care amiche, un intero bastimento in
bamboo carico di sushi, sashimi, maki, temaki e maguro e poi raccontatemi che
faccia vi viene fuori.
lunedì 19 maggio 2014
Mammacheblog 2014 idee, ricordi ed emozioni
MAMMACHEBLOG 2014 IO C’ERO anche se, sinceramente, quest’anno non ero molto
sicura di voler scrivere il mio mammacheblog ma, una
volta tornata a casa, come ogni anno, sono stata assalita dal desiderio di ripercorrere ogni momento di queste due incredibili e impeccabili giornate, a partire
dall’appuntamento alle 6 del mattino con
Arianna del Mercatino dei Piccoli; la corsa di 15 minuti in taxi (ma perché Roma non è sempre così… vuota?!?);
l’arrivo in stazione, e la colazione con una calda e fragrante grangolosa, tenuta
nascosta nel retro dello Chef Express di fronte ai binari (mai provato una grangolosa?! Ahiahiahiahi…).
IL VIAGGIO IN TRENO non si sa mai che piega prenderà, ma
non c’è volta che io rimanga delusa!
La delegazione romana, purtroppo non era al completo, perché c’era chi viaggiava su un altro treno, e chi ha fatto una “sorpresa annunciata” il giorno dopo. Resta il fatto che il Frecciarossa delle 7:00 è stato abbondantemente messo a ferro e fuoco, con tanto di salone di bellezza improvvisato, che neanche il centro estetico più faigo della capitale.
La delegazione romana, purtroppo non era al completo, perché c’era chi viaggiava su un altro treno, e chi ha fatto una “sorpresa annunciata” il giorno dopo. Resta il fatto che il Frecciarossa delle 7:00 è stato abbondantemente messo a ferro e fuoco, con tanto di salone di bellezza improvvisato, che neanche il centro estetico più faigo della capitale.
martedì 13 maggio 2014
Tra infanzia e adolescenza, neanche fossi un giocoliere
Mi sono resa conto che vivo divisa
tra due mondi, oltre che due universi.
Prima c’era
solo maschio-femmina, e mi destreggiavo tra Cenerentola e Gormiti; adesso mi
devo barcamenare tra infanzia e (pre)adolescenza e si, al momento preferisco decisamente
quest’ultima che, per lo meno, comporta un fatica (quasi) esclusivamente
mentale.
Ad ogni modo è difficile generalizzare, i miei adolescenti sono maschi e
l’infante è la femmina, e non è neanche detto che la penserei allo stesso modo
se l’adolescente fosse uno e gli infanti due. E se fossero tutti dello stesso
sesso?
Però, con i se e con i ma non si scrive la storia e, per quanto i figli siano delle incognite e per di più variabili, questa è la mia realtà e con questa devo fare i conti: tre figli, due maschi e una femmina; due alle soglie dell’adolescenza e una ancora alle prese con bambolotti e pentoline.
Però, con i se e con i ma non si scrive la storia e, per quanto i figli siano delle incognite e per di più variabili, questa è la mia realtà e con questa devo fare i conti: tre figli, due maschi e una femmina; due alle soglie dell’adolescenza e una ancora alle prese con bambolotti e pentoline.
Ma fare il giocoliere tocca a me, non a
loro.
E anche se io odio i manuali e i vademecum su come sopravvivere all'adolescenza dei figli, a volte penso che sarebbero proprio necessari.
E anche se io odio i manuali e i vademecum su come sopravvivere all'adolescenza dei figli, a volte penso che sarebbero proprio necessari.
domenica 13 aprile 2014
MammaCheBlog – Social Family Day 2014, chi viene?
Il MammaCheBlog – Social Family Day ormai è diventato più di un appuntamento fisso, a metà tra un corso di formazione/aggiornamento per neofite
e blogger navigate, e un ritrovo per vecchie amiche. Che poi, non so bene come
sia possibile, ma anche se non ci si è mai incontrate prima (neanche
virtualmente, qua e là tra blog e socialnetwork), il solo fatto di trovarsi lì
fa di tutte delle amiche di vecchia
data.
mercoledì 9 aprile 2014
Colf, Casalinga Disperata o Flylady?
Colf di me stessa? Assolutamente no. Casalinga disperata? Forse. Per quanto non abbia ancora trovato la giusta definizione, resta il fatto che di casa mia me ne occupo io. Ma mica (solo) per una questione meramente economica, quanto piuttosto per un senile rifiuto a tollerare estranei che “manomettano” casa mia.
Oh be’, adesso non diciamo cose! Una colf
credo che, in linea teorica, piacerebbe a chiunque, e non son certo qui a farla
lunga come la storia della Volpe e l’uva,
ma che ci posso fare se mi prende una cosa
qui all’idea che qualcuno mi tocchi, mi sposti, mi rompa suppellettili e non solo? Perché
lo sanno tutti che come te le fai tu le
faccende… e come hai tu la cura e l’attenzione per le tue cose… E, ahimé, non parlo per teoria.
No, non
trovo particolarmente esaltante spolverare quadri e lustrare ninnoli,
figuriamoci lavare vetri e disincrostare docce ma, perché c’è sempre un ma, vivere in una casa pulita e ordinata ha un
suo gran bel perché, anche se poi mi ritrovo a combattere quotidianamente con
tre individui per i quali non c’è poi tutta questa differenza tra uno scaffale
e il pavimento.
martedì 8 aprile 2014
Adolescenza, ci siamo!
In questi mesi non ho fatto che prendere le misure (in lungo e in largo) della tanto temuta adolescenza.
L’adolescenza è come un parto, un’onda anomala, il peggiore
dei cataclismi, che tu sai che arriverà, che nulla potrai mettere in campo per
impedirlo ma non ti resterà altro che farti travolgere, sperando che passi il
prima possibile.
Guardo avanti e vedo le (poche) amiche con i figli più
grandi dei miei affrontare situazioni che
per me sono ancora lontane…
Guardo indietro e vedo le (tante) amiche con i figli più piccoli dei miei
affrontare situazioni che per me sono
finalmente lontane… (che poi, si fa
presto a dire lontane).
lunedì 3 febbraio 2014
Io cosa ne penso
Sicuramente
tutto iniziò a mia insaputa, mentre scrivevo, riflettevo e mi interrogavo sulla
mia blogidentità.
Sono mesi
che qualsiasi cosa mi venga in mente di scrivere mi sembra di non avere uno
spazio adeguato in cui pubblicarlo e questo, senza ombra di dubbio, è colpa mia
che mai ho voluto etichettare e classificare il mio blog, e ad ogni post che mi
accingevo a scrivere saltava fuori, impietosa, sempre la stessa domanda “vabbè, ma che c’entra?”, il ché può
anche apparire un controsenso, perché se non c’è una regolamentazione niente è
fuori luogo o fuori tema.
giovedì 9 gennaio 2014
Il ciambellone del mercoledì
Ieri era mercoledì, e il mercoledì è il giorno d’oro
della mia nuova vita, quella dalla
quale non mi sono ancora ripresa del tutto; quella che mi ha tolto d’amblais le mie otto ore filate,
riducendomi la giornata a brandelli e costringendomi a elemosinare anche solo
cinque minuti per buttare giù qualche idea. Di idee ne ho tre quaderni pieni, è
il tempo per rielaborarle che ancora non è saltato fuori!
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