venerdì 31 dicembre 2010

Ninna Nanna Mamma

Resto sempre incantata nel vedere come i miei figli affrontino, sereni e sicuri, le tappe importanti della loro vita.
Ognuno di loro ha un proprio modo di affrontare le situazioni ma, osservandoli bene, sembrano proprio l’uno l’evoluzione dell’altro e, o perché “donna” o perché “terza”, si è già capito che Briciola ci darà del filo da torcere.
Ma è così bello vederla all’opera. Ed è nelle volte in cui riesco a smettere di “pilotarla” e mi lascio, invece, guidare da lei, che mettiamo a segno le migliori conquiste, l’ultima delle quali ieri sera.
Qui in montagna lei ha sempre dormito in camera con noi, prima nella culla, poi nel lettino da viaggio. Ma da quest’estate ha voluto dormire sempre e solo nel lettone, rendendo la presenza del lettino un inutile ingombro in camera da letto. Così ieri pomeriggio abbiamo deciso di chiuderlo e toglierlo di mezzo.
Quando ier sera ho avviato le manovre di impigiamamento, le ho chiesto scherzosa “Vediamo un po’ se indovini cosa manca in camera di Mammapapà?”. Non c’ha pensato neanche un istante: “Il lettino mio!!”.
E, affatto preoccupata, è andata a cercarlo nelle altre stanze.
Non trovando alternative migliori, ha scelto per sé il letto di Francesco. Al contrario, mi sarei aspettata di vederla correre sul lettone. Invece era semplicemente pronta. Pronta per trasferirsi in camera del fratello, nella quale gioca da tempo e che, quindi, sente familiare.
Dove avrebbe dormito Francesco, se lei si fosse impossessata del suo letto? E’ evidente che andava trovata una soluzione alternativa. E quando ha visto come, da sotto il letto del fratello, ne stesse magicamente uscendo un altro, ha iniziato ad emettere dei gridolini deliziosi “Eccolo il  mio lettino! Eccolo il lettino mio!”. E ha partecipato a tutte le fasi di preparazione del suo letto.
Ci sono voluti tre giri di coccole e ninnananne ma, alla fine, si è addormentata con un sorriso dipinto sul suo visino di porcellana.

giovedì 30 dicembre 2010

Caro Babbo Natale…

… vorrei diventare ricca, famosa e soprattutto potente, per poter portare l’alta tecnologia su tutti i  cucuzzoli di tutte le montagne…
E siccome non sono né ricca, né famosa né tantomeno potente, di avere quassù ADSL, UMTS, 3G e compagnia non se ne parla proprio, quindi collegamenti diradati e, ahimé, niente foto. Così mi accontento di una connessione a manovella e di fare un bilancio della prima metà delle feste appena passata.
Siamo arrivati il 23 sera, dopo un viaggio tutto da dimenticare: 4 ore e 30 minuti per percorrere un’ottantina di chilometri. D’altra parte per Natale/Capodanno i giorni di ferie quelli sono, c’è poco da pianificare partenze intelligenti.
Ad ogni modo abbiamo conquistato la meta poco prima dell’ora di cena, trovando casa semigelata, per non so quale disguido con la caldaia. Giusto per dare un’idea, trovavo confortevole i 13° della temperatura esterna.
Dopo cena ci siamo dedicati all’Albero di Natale. Posso affermare con assoluta certezza che si tratti del più bell’albero di Natale degli ultimi 13 anni. Mammapapà ha messo solo le luci e il pungiglione, tutto il resto è opera loro.
Il Presepe quest’anno è assai simbolico, la capannina piccina picciò di mamma posta sulla mensola del camino.
Il 24, giorno di grandi preparativi, siamo scesi in paese per fare la spesa alla Coop e a ritirare il pesce ordinato per tempo… ecco si, perché io la pescheria di fiducia ce l’ho a 70 km da casa. Bè, l’importante è poter avere una pescheria di fiducia.
In paese oltre alla spesa ci siamo ricongiunti con i miei suoceri, che venivano da Roma.
Il pomeriggio lo abbiamo passato a preparare la cena.
Da qualche anno abbiamo deciso di ridimensionare molto il concetto di cenone della Vigilia. Ma nonostante i ridimensionamenti, è stato un gran bel cenone.
  • Gamberi in salsa rosa (salsa rosa home made da me medesima sottoscritta)
  • Spaghetti con le vongole
  • Spigole al forno con patate e padellata di gamberoni rossi
  • Purè di patate (Bimby made)
  • Insalata
  • Pandoro e torroni

Contrariamente a tutte le nostre previsioni, i bambini sono crollati poco dopo cena. Se non è un evento straordinario questo! E così, sotto una pioggia insistente e fastidiosa, Babbo Natale ha potuto scaricare le sue macchine oh pardon, la slitta!
E dopo aver fatto il suo dovere, anche lui ha avuto la sua ricompensa.
Io ho ricevuto una bellissima coppa di Murano, che i miei suoceri hanno preso direttamente in fabbrica; un meraviglioso termometro per ambienti Thun, a forma di casetta con tanto di cagnolino sulla porta, da parte di mio cognato; e lo strepitoso netbook dal quale sto scrivendo, da parte di  mio marito.
Stanco per le fatiche della giornata, e pure perché ha una certa età, Babbo Natale è andato a dormire alle 2.00, per essere poi svegliato alle 6.27 da due bimbi incontenibili.
Sentire le loro vocine eccitate; vedere i loro occhi raggianti; vederli impazienti, seduti sulla sedia, a contare i pacchetti e a leggere le etichette con i nomi (rigorosamente scritti con la sinistra, per non far riconoscere la grafia della mamma) mi ha fatto dimenticare in un baleno di aver dormito quattro ore scarse. 

martedì 21 dicembre 2010

Quest'anno c'ero pure io...



Quest’anno, dal 4 a all’8 Dicembre, si è svolta qui a Roma la fiera del libro Più Libri Più Liberi.
E io ci sono andata… serve che dica con chi?? Tanto ormai si è capito che siamo Il Gatto e La Volpe del XXI secolo.

Ci siamo date uno dei nostri improbabili appuntamenti: ore 9.30 alla Stazione Termini sulla banchina della Metro B direzione Laurentina. Un ago nel pagliaio, a confronto, lo si sarebbe scorto ad occhio nudo.

Ma noi ci siamo trovate senza alcuna difficoltà, come sempre.

Salita la scalinata del Palazzo dei Congressi, come Alice nel Paese delle Meraviglie, ci siamo ritrovate in un mondo fantastico fatto di stand, di volti, di libri, di libri, di libri.

Abbiamo cercato di seguire un percorso logico, ma per più di un’ora non siamo riuscite a fare altro che vagare di sala in sala, fermandoci, stupendoci, sfogliando, leggendo.

Molti i libri per i bambini. Molti gli spunti sulle realtà multietniche e multireligiose. Favole classiche, favole di nuova generazione, libri illustrati e libri sonori.

Con mia grande soddisfazione, ho trovato anche tanti libri di informazione “alternativa”; sull’alimentazione biologica in alternativa a quella commerciale; sull’ambiente e sull’ecologia; sulle medicine che fanno ammalare. Potevo non tornare a casa carica di simili tesori? Appunto.

Bellissimo è stato scoprire lo spazio dedicato ai bimbi.

C’era l’angolo per la lettura libera, in cui erano stati sistemati dei cuscinoni a terra, su cui i bambini potevano intrattenersi, per tutto il tempo desiderato, sfogliando dei libri messi a loro disposizione.


C’era l’angolo per l’ascolto delle favole; c’era un grande tappeto per il gioco dell’oca; e c’era anche l’angolo per le presentazioni di libri per l’infanzia e l’adolescenza.
Ad ogni stand avremmo voluto fermarci a parlare, a chiedere, a scoprire. Con qualcuno siamo riusciti a farlo “al volo”, con altri più approfonditamente.

E’ stato così che abbiamo conosciuto Emanuele, il fondatore di Creativamente, con il quale siamo riuscite a realizzare una bella intervista/chiacchierata. Ma questo argomento merita un articolo a parte.

Sarà stata la stanchezza, sarà stata l’emozione e il grande interesse suscitato dalla “chiacchierata”, ma io ho completamente dimenticato di tirare fuori la macchina fotografica. Sicché, del nostro piacevolissimo incontro con Emanuele, rimangono solo le immagini scolpite nei nostri ricordi…

Avevamo il programma della giornata, ed avevamo segnato anche diversi incontri e presentazioni di libri cui prendere parte, ma le ore sembravano scivolare sotto le nostre dita e ci siamo ritrovate, senza neanche rendercene conto, all’ora X in cui dover rivestire i panni delle mamme coscienziose e lasciare quelli delle lettrici invasate. 

lunedì 20 dicembre 2010

Mamme al Parco Da Vinci


Ho sempre sostenuto che lo shopping fosse una cosa seria! Talmente seria che sono stata invitata a raccontare la bellissima mattinata trascorsa al Market Da Vinci. 

Io che devo parlare di shopping? Ma così mi invitate a nozze.

Tutto cominciò un mercoledì mattina in cui la mia giornalista d’assalto mi scrisse un messaggio semi cifrato, avvisandomi che il giorno dopo si sarebbe svolto un piccolo evento presso il Market Centre Da Vinci, e chiedendomi se fossi interessata a partecipare anche senza di lei.

Breve, brevissimo, momento di panico perché, per quanto possa esserci abituata, a me non piace proprio fare le cose da sola. Ma poi la risposta non poteva che essere affermativa.
Ricevuta mail ufficiale. Giovedì 16 dicembre alle 10.30 mi sarei dovuta trovare… dall’altra parte della città.

Dal momento che di Roma io detesto il traffico e la conseguente imprevedibilità dei tempi di percorrenza, mi sono messa in moto per tempo, tanto che alle 10.30 in punto ero arrivata a destinazione, o almeno così credevo. Perché in quella zona ci sono due centri commerciali e, pur avendo il navigatore, sono riuscita ad arrivare in quello sbagliato.

Ad ogni modo, nonostante la segnaletica pressoché inesistente, ce l’ho fatta! Con appena venti minuti di ritardo, sono veramente arrivata all’appuntamento, con le ragazze di Mamme 2 punto e a capo.

Sono stata accolta con molto calore e cordialità e, devo proprio ammetterlo, non ho fatto neanche in tempo a realizzare che, effettivamente, non conoscessi nessuno.

Tra una chiacchiera e una risata, alle 11 il nostro tour natalizio è iniziato. 

Io che non ero mai stata al market centre Da Vinci, sono rimasta favorevolmente colpita dalla sua struttura a “villaggio”. I centri commerciali in cui mi reco abitualmente sono i classici “scatoloni” in muratura in cui, come le cellette degli alveari, sono distribuiti i vari negozi. E una volta entrati nello “scatolone” si perde completamente il contatto con ciò che accade all'esterno, se ci sia il sole o se piova, se nevichi o tiri vento.

Per Natale è stato allestito un villaggio nel villaggio. Oltre ai negozi che permanentemente costituiscono il Parco Commerciale, in questo periodo si possono trovare tante piccole casette di legno che ospitano espositori di generi alimentari, di oggettistica artigianale, e di libri. C’è la casetta di Babbo Natale con tanto di poltrona per le foto e albero con le letterine e la giostra dei cavalli 

Peccato che fosse mattina, altrimenti nella casetta trasparente avremmo visto all’opera tanti piccoli elfi alle prese con i bambini intenti a disegnare e creare le decorazioni per l'albero di Natale

E per i piccoli ospiti del Parco Commerciale, oltre agli scivoli, alle altalene e ai ponti tibetani, è stata allestita una bellissima pista di pattinaggio su ghiaccio.

Di una cosa, però, ho sentito la mancanza, delle decorazioni Natalizie “tradizionali”. Perché l’intero Parco Commerciale era decorato con tante lucine che, di sera, devono sicuramente creare un’atmosfera di gioia e allegria ma di giorno, non vedere nulla che evochi sensazioni di festa è stato… strano.


La mia avventura tra le Mamme al Parco Da Vinci si è conclusa anche troppo presto, per i miei gusti, ma avevo un altro bel “viaggetto” da fare per tornare a casa e c’erano i cuccioli da riprendere a scuola.
Ad ogni modo, sono tornata indietro con un bel bottino fatto di guanciale alle erbe, salsiccette al barolo, caciotte sarde, tante risate e bei volti scolpiti nel cuore e nella mente.

domenica 19 dicembre 2010

Una giornata... d'argento!

Questa mattina si sono svolte le gare di nuoto nel circolo in cui i miei figli fanno lezione (questo è il secondo anno).
Il grande alle 9.30, il secondo alle 12.45
Per evitare di passare 3 ore e più in piscina e per evitare, soprattutto, che la piccola smontasse l'intero edificio, mio marito ed io ci siamo alternati.
Il primo turno è toccato a me… a noi
Siamo arrivati in piscina puntualissimi. Tu sulle panchine con gli altri “nuotatori”, io tra i genitori. Avevo il cuore stretto per l’emozione, ma sono stata bravissima a non farti pesare la mia tensione.
Come l’anno scorso, ti ho detto solo: “Tu pensa solamente a dare il meglio di te stesso. Non ti preoccupare di podii e di medaglie. Concentrati e divertiti”.
Ti ho visto spogliarti e avvicinarti alla tua corsia; salire sulla colonnina e sgranchirti. Anche a distanza sono riuscita a contarti tutte le costole.
Pronti… a posto… FISCHIO. Sei partito in testa, e in testa sei rimasto. A metà vasca ho avuto l’impressione che di bracciata in bracciata tu rimanessi fermo. Invece eri sempre in testa. Eri sempre avanti. E per primo hai toccato il muretto… Per tutto il tempo ho avuto gli occhi velati, ed è per questo che ti ho fatto poche foto.
Nella seconda batteria, solo un bimbo è stato più veloce di te…
Hai voluto a tutti i costi che ti accompagnassi a fare la gara. E se non l’avessi fatto, non avresti conquistato la tua medaglia d’argento.

Tornati a casa “vittoriosi” è stata la volta della seconda spedizione…
Ti ho visto varcare la porta di casa con la tua faccetta, quella che fai quando sei teso ed emozionato ma non vuoi farlo vedere. Papà dietro di te.
Sono rimasta a casa a “studiare storia”, ma il mio cuore era con te nello spogliatoio, sulla scala verso la piscina, sulle panchine in attesa…
Alle 13.03 la telefonata di papà. Tu eri già sotto la doccia. Nella batteria eravate 5. Tu sei partito “a razzo”. Per tutta la gara hai tenuto testa all’altro bambino, più forte di te e più grosso di te. Gliel’hai fatta sudare quella medaglia d’oro, ma tu hai conquistato il tuo primo argento… e non posso non pensare che fino a un anno fa invece di fare lezione te ne stavi rilassato a fare il morto a galla.
Ma tu sei fatto così. Non mi risparmi le più grandi soddisfazioni, ma solo quando sei pronto, senza forzarti la mano

giovedì 16 dicembre 2010

Giveaway Spontex su Mammafelice e Machedavvero? e la mia casalinghitudine


Fino al 21 dicembre su mammafelice e su machedavvero? è in corso un bel giveaway di Spontex
Avete presente Ernie il Riccio che, per i 30 secondi della pubblicità, tenta di unirsi biblicamente con la spugnetta gialla e verde? Ecco! proprio quei prodotti lì.

Partecipare è molto semplice.
  • Basta lasciare un commento ai post scritti su mammafelice e su machedavvero?
  • Se si vuole ci si può iscrivere alla pagina Facebook di Ernie il Riccio e si può condividere il giveaway sul proprio blog o sui vari socialnetwork .

E questo giveaway incrociato mi ha dato lo spunto per parlare un po’ del mio lato B(io).

Non mi considero una casalinga né tanto meno disperata ma, da quando nel lontano gennaio 2008, ho iniziato la mia avventura nell’universo dei detersivi biologici, degli spruzzini all’aceto, quelli all’acido citrico, alla pasta di bicarbonato e alla scopa a vapore la cosa mi è sembrata subito palese è che gli straccetti e le spugnette dovessero essere di ottima, più che ottima qualità, e che non spargessero pelucchi ovunque.

Ho eletto (ma non solo io) ad “ottimo materiale” la microfibra. E allora è iniziata la mia collezione di straccetti in microfibra. 
Quelli con i “ditini” che grattano e trattengono lo sporco; quelli in microfibra liscia e morbida per asciugare e lucidare; quelli per spolverare e quelli per lavare vetri e specchi.

Sono pochi gli articoli “di marca” che finiscono dritti dritti nel mio carrello, ma le spugnette e gli straccetti sono quasi sempre della spontex perché sono belli, sono resistenti e, soprattutto, non spelano.

Ho scoperto quanto sia rilassante poter pulire tutta casa con un solo prodotto (facciamo due, va!), senza dover riempire lo scaffale dello stanzino (e il sottolavello della cucina) di flaconi e flaconcini, e doversi anche ricordare quale pulisca cosa.

Ho scoperto che, utilizzando prodotti biologici e naturali non mi squamo più come un rettile, e non vengo più aggredita da forti profumazioni sintetiche.

Ma la vera, grande rivelazione nelle pulizie domestiche è stata la scopa a vapore.

Che il vapore fosse un ottimo sistema igienizzante, sgrassante e pulente lo sapevo già, non vi sto certo rivelando chissà quale scoperta. Ma la cosa per me sorprendente è la facilità di utilizzo e di rapidità data da questo meraviglioso strumento. 
Considerate che io ero abituata al CentoGradi che aveva mia mamma al tempo della mia infanzia-prima adolescenza. Un elettrodomestico, grande, ingombrante, affatto maneggevole, e che gocciolava ovunque.

Ho visto che ultimamente di scope a vapore ne hanno messe in commercio di diversi tipi, e quasi tutte vengono vendute con una dotazione di pannetti e straccetti che, personalmente, neanche so dove siano finiti, perché ovviamente, mi ero già fatta la superscorta di quelli in microfibra…

lunedì 13 dicembre 2010

La mia nuova vita è iniziata così...

Tutti gli anni, in questo periodo, mi ritrovo a tirare le somme dell’anno che sta per finire, e questa volta più che mai mi viene spontaneo fare questi pensieri.


Il 2010 è stato un anno molto importante per me. 

Lo metterei tra quelli che hanno segnato una svolta nella mia vita: 
a marzo sono uscita dall’Azienda in cui ho lavorato per 15 anni, e in cui ormai non mi riconoscevo più.

A questo episodio dedico le mie riflessioni di fine anno.

Ho sempre saputo di avere avuto la mia parte di responsabilità in quel che mi è successo. La mia responsabilità è stata l’aver messo al mondo 3 figli; di aver trascorso tutte e tre le gravidanze a casa perché, per il bene dei miei bambini (che nessuno mi avrebbe ridato indietro, qualora qualcosa “fosse andato storto”), mi sono rifiutata di percorrere in macchina più di 50 km al giorno, per passare 6 ore a non saper bene cosa fare.

Ho sempre saputo che l’Ufficio Risorse Umane mi stesse alle costole già dai tempi della prima gravidanza (2002). Hanno impiegato sette anni e tre mesi, ma alla fine mi hanno scovata e mi hanno trasferita, senza diritto di replica, in un settore territoriale a svolgere un lavoro lontano anni luce da quella che era stata, fino a quel momento, la mia esperienza professionale.

Notare bene che la motivazione è stata “per fare efficienza”. Perché, in effetti, è risaputo che per fare efficienza occorre sradicare il personale dalla struttura “di sempre”, per destinarlo ad attività diametralmente opposte alle conoscenze e competenze fin lì acquisite.

Così è accaduto che un martedì pomeriggio del mese di giugno 2009, rientrando a casa, ricevetti la telefonata della Dott.sa Tal de’ Tali, che mi convocava per le 10 del giorno dopo ad un colloquio, per propormi una diversificazione professionale. Sta definizione non me la potrò mai scodare: diversificazione professionale. Queste due parole mi sono risuonate nella testa per mesi.

Tralascio ogni considerazione sul lavoro (che, alla fine, seppur diverso da quello cui ero abituata, poteva anche avere un suo risvolto interessante). Dico solo che io venivo da un ufficio in cui “fare gruppo”, collaborare e condividere erano le parole d’ordine, e invece mi sono ritrovata circondata da persone cui, per anni, era stato insegnato tutt’altro.

In 15 anni ho cambiato capi, colleghi, settori. Ho affrontato situazioni più o meno difficili, e sono sempre rimasta in piedi. Ma questa volta è stato diverso, molto diverso.

Ogni mattina, prendendo dal portafoglio il tesserino e timbrando al tornello mi ponevo queste due domande “Come si esce da questa situazione? Quando finirà quest’incubo?”. E nel momento in cui, a febbraio di quest’anno, mi sono resa conto di non avere vie d’uscita, sono crollata, rischiando di trascinarmi dietro le persone più importanti della mia vita.

E’ stato grazie a loro, invece, che ho trovato la forza di reagire e il coraggio di fare ciò che spesso dicevo a mo’ di sfogo, ma che non avrei mai creduto che avrei fatto davvero: “mollare tutto e ricominciare”.

Il 1 aprile è iniziata la mia nuova vita, fatta di nuove sfide, nuove prospettive e nuovi obiettivi.

Ed Esperire è uno di questi…

mercoledì 8 dicembre 2010

Ladri, ladruncoli e ladroni


Qualche giorno fa, sul forum di mammafelice, si parlava di “ladri”. Ladri che ti entrano in casa; ladri che ti forzano l’auto per rubare il navigatore (un tempo ci rubavano l’autoradio); ladri che l’auto te la portano via a notte fonda o in pieno giorno; ladri che, in autobus, ti sfilano il portafoglio dalla tasca anteriore del giaccone.


Ecco, queste sono tutte le situazioni che mi sono trovata a vivere nel corso dei miei …..nt’sette anni  di vita.

Mi ricordo benissimo che nel 1994 i ladri entrarono in casa ben due volte, una a capodanno e l’altra a Natale. 

Non ero ancora sposata e vivevo con la mamma. Rientrando a casa vidi la porta socchiusa e la luce accesa all’interno.

Processo di negazione e rimozione: ho continuato a salire le scale pensando “Uhh povera la signora del I piano… trovarsi i ladri in casa la notte di Capodanno!”.

A mezza rampa l’amara realizzazione, la porta violata non era quella del I piano ma del II, ovvero casa mia.

Lo spettacolo che si è aperto sotto ai miei occhi è stato qualcosa di indescrivibile e indimenticabile. Vestiti disseminati lungo tutto il corridoio; ante degli armadi spalancati; cassetti rovesciati; il frigorifero aperto e contenitori svuotati e lasciati lì sui ripiani; i cuscini dei divani buttati all’aria.

E questa scena si è ripetuta due volte a distanza di 364 giorni l’ una dall’altra.

4 novembre 2001. Incinta di sette mesi. Mio marito ed io avevamo appena trascorso un piacevolissimo pomeriggio in compagnia di amici. Si era pensato di andare a  mangiare una pizza ma, visto l’avanzato stato interessante, avevo come unico scopo quello di guadagnare una posizione semiorizzontale.

Possono essere tante le interpretazioni per questa scelta, di rinunciare alla pizza con gli amici e tornare velocemente a casa.

Fatto sta che arrivando al portone, vedemmo un uomo sulla trentina appoggiato al muretto del nostro giardino. La porta di casa era chiusa. Entrando vidi subito la gatta vicino alla sirena dell’antifurto che, anziché stare al suo posto attaccata al muro, giaceva in terra.

Processo di negazione e rimozione: come ha fatto la gatta a fare un salto così alto e sradicare dal muro lo stop con cui era ancorata la sirena?

Alla fine di questo logico pensiero, l’amara realizzazione che a sradicare la sirena non fosse stata la mia gatta e la scoperta che la finestra della camera da letto era stata violata. Qualcuno si era introdotto in casa nostra, proprio mentre noi entravamo dalla porta d’ingresso, e l’unica cosa che è riuscito ad arraffare è stato un portafoglio VUOTO dal cassetto del mio comodino.

Cosa sarebbe successo SE fossimo andati a mangiare quella famosa pizza?

Giugno 2003. Incinta di 3 mesi. Qualcuno si ricorda cosa fu l’estate 2003?
Un pomeriggio, verso le 15, come tutti i giorni a quell’ora, uscii di casa per andare a prendere Tommy al nido. E come tutti i pomeriggi, aprendo la porta di casa, ricevetti lo “schiaffo d’aria bollente” in pieno viso. E come sempre, mi mancò il fiato per 5 minuti.

Quel pomeriggio decisi di percorrere in macchina gli 800 metri che mi separavano dal nido.
Sono faticosamente arrivata nel punto in cui mio marito mi aveva indicato di aver parcheggiato la macchina, ma della mia meravigliosa FIAT 600, color celeste astrale, neanche l’ombra.

Processo di rimozione e negazione: “Non farò prendere mai più la mia macchina a mio marito che la parcheggia e poi non si ricorda dove!!”

Convinta che mio marito mi avesse perso la macchina, andai a impietosire il meccanico che aveva l’officina proprio davanti casa nostra, chiedendogli se, con il motorino, potesse fare il giro per la via alla ricerca della 600 perduta.


La mia gita in centro

Verso metà novembre, la mia amica Silvia ha pubblicato un post sul forum di mammafelice,  in cui chiedeva assistenza e supporto fotografico per un’intervista che avrebbe dovuto fare per Zebuk, ad una scrittrice americana, per la fine del mese.

Non so quale sia stato il sentimento che mi abbia spinta, ma ho risposto in un baleno all’appello. Anche questo fa parte della mia “nuova vita”, cogliere l’occasione. Non rinunciare più.

Così un venerdì mattina, lasciata la macchina al parcheggio della stazione della metropolitana, sono partita per la mia avventura. Perché per me, già l’idea di prendere i mezzi pubblici è un’avventura.

Sono arrivata quasi in orario (ho detto quasi!) all’appuntamento alla stazione Termini e… orrore!  Il luogo scelto per l’incontro, la libreria all’interno della Galleria Termini, è a due piani. A quale piano ci saremmo aspettate? Orrore due! La sera prima, Silvia ed io non abbiamo pensato a scambiarci i numeri di cellulare.

Nonostante tutto, ci siamo incontrate senza difficoltà alcuna.

La destinazione era Via di Santa Chiara, alle spalle del Pantheon. Quanto tempo che non arrivavo così in centro! Arrivate all’hotel in cui avrebbe avuto luogo l’intervista, l’atmosfera ha iniziato a caricarsi di un po’ d’ansia.


Silvia ha iniziato a raccontarmi chi fosse la scrittrice (Brunonia Berry) e quali libri avesse scritto (La lettrice bugiarda e La ragazza che rubava le stelle) e, alla fine, è arrivato il "nostro" turno. Si, perché erano interviste esclusive, ovvero un giornalista alla volta.

La Signora Barry si è rivelata immediatamente così gentile, disponibile e solare, che qualsiasi sentimento di “ansia da prestazione” è svanito all’istante.

Silvia è stata esemplare nello svolgimento dell’intervista, oserei quasi dire rilassata e divertita, e al tempo stesso molto professionale.

Al termine del lavoro, Silvia ed io, dopo aver rischiato di perderci tra le vie del centro, abbiamo festeggiato l’evento e suggellato il sodalizio davanti ad una mega insalatona e zeppoline con nutella.

lunedì 6 dicembre 2010

Un tranquillo week end di dicembre


Il week end appena trascorso è stato pieno di attività… domestiche e culinarie.

L’evento principale è stato sicuramente l’arrivo della nuova lavastoviglie, accolta come una super star, che già ha iniziato a darci grandi soddisfazioni.

Non ci siamo fatti mancare le solite 4 ore passate tra uomini primitivi e moltiplicazioni a due cifre oltre alla grammatica italiana e la coniugazione dei verbi. Il tutto accompagnato dagli show della Briciola che, felice, si preparava per andare in cavanza, con tutti i bambolotti al seguito.

Abbiamo, ovviamente, sedato anche tre o quattro risse e sventato due o tre agguati ma, tutto sommato, siamo rimasti tutti illesi.

Il Calendario dell’Avvento ha svelato un simpatico adesivo, decorativo per la cameretta di Briciola, la cui parte centrale è una lavagna su cui si può scrivere e riscrivere tutte le volte che si vuole.

E poi, mi sono notevolmente dilettata in cucina.

Particolare successo hanno ottenuto le pizzette soffici, realizzate seguendo la ricetta che mi ha passato la mia amica Lu (la fonte è un ricettario Bimby). Molto semplice ma di grande effetto.



Condivido la ricetta (rielaborata per chi il Bimby non ce l’ha).

Ingredienti
250 g mozzarella a temperatura ambiente
250 g farina
25 g lievito di birra
60 g acqua calda
40 g olio d'oliva
1 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
pomodorini di pachino
origano

Procedimento
Frullare la mozzarella con il lievito.
Aggiungere farina, sale, zucchero, acqua, olio  e impastare.
Lasciare lievitare (basta anche solo una mezz’ora, anche se io l’ho lasciata un po’ di più).
Preriscaldare il forno a 170°
Formare delle palline e adagiarle sulla placca ricoperta con carta da forno. Schiacciarle e condire con abbondante origano, sale e olio. Mettere al centro mezzo pomodorino.
Infornare per 15-20 minuti.

Noi ci abbiamo fatto merenda, e sono sparite in 5 minuti.

Più ostico il tema verdure. Ad ogni modo ho preparato 4 splendide ricettine con gli ingredienti di Zolle.

  • Pasta con cavolfiori e pomodori
  • Arrosto di manzo
  • Sformato di cavolfiori e indivia
  • Minestra di riso e indivia


Anche queste molto semplici da realizzare ma molto gustose. Sarà che io ho una passione per i cavolfiori... Diciamo che io ho una passione per le verdure in generale! 

Lo dico subito, i miei figli non hanno fatto il triplo salto carpiato, con il sorriso a 28 denti stampato sui loro volti. Ma almeno hanno provato nuovi sapori.

Ecco la ricetta di riso e indivia


Ingredienti
Una cipolla
Una carota viola (di cui, a breve, vi racconterò dettagliatamente)
Mezzo cespo di indivia
Pomodori san marzano
Riso biodinamico semilavorato

Procedimento
Tritare finemente la cipolla e la carota
Soffriggere con olio e poca acqua
Quando il battuto sarà ammorbidito, ma non colorito, aggiungere i pomodori, precedentemente sbollentati e sbucciati, tagliati a pezzetti.
Far asciugare l’acqua dei pomodori e aggiungere le foglie di indivia, ben sciacquate e spezzettate.
Far asciugare anche l’acqua della verdura. Aggiungere un paio di bicchieri d’acqua e il sale.
Alla ripresa del bollore, aggiungere il riso e far cuocere lentamente.
A fine cottura, il riso deve risultare morbido ma non particolarmente brodoso.

E da oggi, iniziamo a preparare le decorazioni di Natale.

giovedì 2 dicembre 2010

5 anni fa

Sono passati già 5 anni. Sono passati solo 5 anni.

Ho sempre pensato che questo arcobaleno me l’abbia mandato tu quella mattina, in cui tornavo dal cimitero. Ero a due curve da casa e lui era lì, nitido, inconfondibile… e allora mi sono ricordata di quando mi hai trascinata a vedere “Sogni” di Kurosawa, ed ho sentito un dolore qui, in pieno petto.

Non l’avrei mai creduto, ma sono riuscita ad andare avanti. E, per quanto io abbia creduto di impazzire, di soccombere al dolore, sono ancora qui.

Hai lasciato Tommy che aveva appena iniziato la materna, nella scuola del quartiere, ti ricordi? Però poi, alla fine non ci piacevano le insegnanti e il metodo adottato, e lo abbiamo mandato alla montessori al Nuovo Salario. E adesso è uno scolaretto di terza elementare.
Ha dimostrato da subito una propensione per la matematica e le scienze, mi sa che non ha ripreso da nessuna di noi due, però usa benissimo i congiuntivi. Vedessi quanto è bravo!  Ma io lo so, che tu lo vedi…

Francesco invece camminava appena. E’ un’esplosione di gioia e di vita quel bambino. Una ne fa e centomila ne pensa, però alla fine le realizza tutte quante!  E’ un creativo, un artista, curioso del mondo e di tutte le sue espressioni. Ogni giorno mi sorprende con qualcosa di nuovo.

E poi… tu non l’hai conosciuta. Anzi, è lei che non ti ha mai vista, però ora inizia a dire “onna Chittana”… e mi guarda con gli occhietti a punto interrogativo, come a dire “chi è onna Chittana?”.

Mi hai insegnato che l’invidia è un brutto, bruttissimo sentimento, perché per una cosa che ho in meno degli altri, ne ho centomila in più… ma tu questo concetto lo esprimevi molto meglio di come abbia fatto io adesso. 
Ed effettivamente l’invidia è un sentimento che non mi è mai appartenuto, fino ad ora…

Mi manchi tanto, Mamma!

mercoledì 1 dicembre 2010

Dicembre


E’ iniziato Dicembre e, anche se avrei voluto prepararlo per tempo e con maggior cura dei dettagli, abbiamo già appeso alla finestra il nostro calendario dell’Avvento.

Ad onor del vero, ho riutilizzato quello che avevo realizzato un anno fa, con una coperta IKEA e del tessuto a quadretti bianchi e rossi. I numeri mancavano l’anno scorso e continuano a mancare anche quest’anno, ma non è detta l’ultima parola: magari prima del 24 dicembre sarò riuscita ad incollarne i numeri “dei miei sogni “ (nel senso che me li sogno, ma non li ho ancora trovati), tanto più che ho la pistolina per la colla a caldo da inaugurare…

Le taschine non le ho riempite di dolcetti ma di giochini, più o meno educativi come, ad esempio, due scatoline di tangram (quanti ricordi!!), due coppie di elastici per i codini, soldatini e alieni di Toy Story, degli speciali gessetti da lavagna (di Imaginarium), tre librini cartonati con le allacciature (asola e bottone, bottone a pressione e velcro), degli stickers  per decorare la cameretta dei maschietti e una lavagna adesiva per la Briciola (io lo so che me ne pentirò amaramente), delle decorazioni in gel con immagini natalizie e, per finire,  un ombrellino e paraorecchie di Minnie.

Ovviamente mi sono lasciata prendere la mano e da che cercavo dei giochini “piccini” sono tornata a casa con un barattolo di 92 soldatini (quelli verdi, quelli della nostra generazione, riportati in auge da Toy Story), l’ombrellino, e altre amenità alquanto ingombranti, e le taschine del mio calendario sono quelle che sono, stortignaccole e piccole, e allora?

Breve momento di panico, al termine del quale ho afferrato dal cassetto della cucina un paio di forbici e dei gioconi ho tagliato l’etichetta. Ecco, si! Nelle taschine ho infilato le etichette e i relativi giochini li ho incartati con la velina e li ho messi in una scatola nell’armadio di papà etichettati con il numero del giorno di dicembre assegnato. 

Così sarà un Avvento con Caccia al Tesoro.

lunedì 29 novembre 2010

Lanciamo una nuova moda?


Questa mattina, vestita di tutto punto davanti alla porta di casa, pronta per andare all’Asilo, la Briciola mi guarda ed esclama “IL CAPPELLO!”. Prendo dal suo armadietto (nuovo fiammante made in IKEA) il cappellino di lana viola con le stelline.


Ma la Briciola aveva un’altra idea di cappello. E’ corsa in bagno e dal termosifone ha preso la cuffia da piscina rossa dei fratelli che, in realtà, stamattina avevo usato per non bagnarle i capelli mentre le facevo la doccia.

Felice, raggiante e orgogliosa è uscita di casa con il suo personale baschetto sulla testa. Ed era pure carino, con quelle cuciture a vista.

La mia prima, istintiva e perbenista reazione sarebbe stata quella di dire “non si esce di casa con la cuffia della piscina. Sei ridicola”. Invece mi sono fermata un minuto a riflettere. Ridicola per chi? Non si esce con la cuffia, perché? Penso che a me non verrebbe mai in mente di andare a fare shopping con una cuffia da piscina sulla testa, ma perché avrei dovuto impedirlo a lei? Perché avrei dovuto tarpare le ali della sua fantasia? Verrà il tempo in cui dovrà, anche lei, conformarsi al vivere sociale, ma credo sia importante lasciarle costruire, nella sua memoria, un cantuccio in cui conservare i ricordi di tutte le volte che sia stata lasciata libera di esprimere se stessa

E stamattina non avrei potuto vedere in giro cappellino migliore del suo.

sabato 27 novembre 2010

Mi sono lasciata tentare anche io



Ebbene si! Anche io sono stata attirata dalle vetrine degli Shopping Club che organizzano per i propri soci, delle esclusive vendite on line di grandi marche. 

Partecipare è molto semplice, basta essere registrati.  Periodicamente vengono inviati, tramite e-mail, gli inviti alle varie campagne di vendita, che hanno una durata  limitata, solitamente di 2-4 giorni. Con pochi click si possono acquistare prodotti di prestigio a prezzi veramente super convenienti.

Ce ne sono tantissimi, in giro per la rete, di questi negozi virtuali. Io personalmente conosco saldiprivati.it, buyvip.it e privalia.it e groupalia.com, ma non escludo di allargare, quanto prima le mie conoscenze!

Ad ogni modo, sono registrata su questi siti da un paio d’anni, ma gira gira non ho mai osato fare acquisti.
Ultimamente invece, avevo iniziato a seguire le campagne on line con una maggiore frequenza, e mi sentivo salire la tentazione di approfittare di qualche straordinaria offerta.

Non sto a dire quanto sia rimasta male quando, la settimana scorsa, mi è sfumata davanti agli occhi la vendita di un servizio di piatti della Tognana. Ma se uno è grullo, con chi se la va a prendere? Perché io avevo diligentemente riempito il mio carrellino, ma l’avevo lasciato lì per una mezz’oretta di troppo e, senza preavviso è arrivata la mezzanotte così, come la carrozza di Cenerentola, la vendita dei “miei” piatti è sparita in un lampo dalla vetrina.

Ormai però mi ero fatto la bocca su un servizio di piatti nuovo, per la tavola di tutti i giorni e, quando ieri mattina è iniziata una vendita analoga su buyvip.it, in quattro e quattr’otto ho concluso l’ordine!

E così ci siamo regalati questo bellissimo servizio di Villeroy e Boch. Ho scelto 8 coperti, un piatto da portata, un’insalatiera, 4 tazze da te, lattiera e zuccheriera.

Non vedo l’ora di ricevere il pacco comoda comoda a casa, e di inaugurare il nuovo servizio quanto prima. 
Chi viene?

giovedì 25 novembre 2010

Io & i Pannolini Lavabili





Da qualche tempo avevo voglia di raccontare la mia esperienza  con i pannolini lavabili, e quale occasione migliore per farlo, se non oggi 25 novembre 2010, che è la giornata nazionale del pannolino lavabile?

Il mio incontro con i pannolini lavabili è stato un misto tra casualità e curiosità, ai tempi della mia terza (e, fino ad ora, ultima) gravidanza, nel 2007. Per quanto ne avessi già sentito parlare, non avevo mai avuto la percezione chiara e precisa di quanto fosse forte l’impatto che i pannolini classici e di uso comune abbiano sull’ambiente.

A tutti coloro che mi chiedevano come mai, proprio con la terza figlia, avessi deciso di cambiare le mie abitudini, ho sempre risposto che una volta che sai non è più possibile fare finta di nulla.  Una volta capito che la mia scelta ecologica e consapevole poteva influire sulla salute della mia bambina, sulla salute del nostro pianeta e avendo notato che mi avrebbe anche garantito un risparmio economico, non ho potuto non pensare che quella dei pannolini lavabili fosse una scelta possibile oltre che auspicabile!

Sebbene su tutti i siti fosse consigliato di procurarsi un “corredino” di 20-22 pannolini, io nel tempo ho finito per  prenderne molti di più. A parte per la curiosità di provare sempre nuovi modelli soprattutto perché, portandoli anche all’asilo, mi sono resa conto di aver bisogno di una scorta maggiore.

Non posso dire di aver provato tutti i pannolini in commercio, ma sicuramente ho usato tutti i tipi, pocket, all in one, fitted. Ho tentato un esperimento con i prefold, ma ho capito quasi subito che non fossero il modello per me.
Ho provato sia i materiali tecnici che le fibre naturali, finendo per prediligere queste ultime (cotone organico, canapa, bamboo), sia per una questione “etica” che salutare. Perché è vero che un pannolino lavabile, di qualunque materiale sia fatto, è pur sempre una scelta migliore rispetto agli usa e getta, ma è anche vero che un materiale sintetico, alla fine, è realizzato con materiali di derivazione petrolchimica, quindi da fonti non rinnovabili, e non è biodegradabile.

Ciò che da subito mi ha dato la sensazione di aver fatto la “scelta giusta” è stato il non dover cospargere la mia Briciola con kg e kg di crema protettiva. Occasionalmente, le mettevo della crema alla calendula, ma più per un piacere a rinfrescarla, che per la necessità di proteggerla.

Anche mio marito, inizialmente un po’ scettico (soprattutto per le operazioni post cambio), tutte le volte che si dedicava all’operazione pannolino (si, perché io ho un marito che ha sempre cambiato i pannolini a tutti e tre i figli!), notava con soddisfazione come la bimba non fosse né arrossata né tanto meno irritata. E anche lui, quasi subito, è passato all’uso esclusivo di pannolini lavabili. E il dover liberare il pannolino e lasciarlo in attesa di bucato, è rapidamente diventata una routine come un’altra.

Se sono entusiasta dei pannolini lavabili? Posso dire che i lavabili mi hanno cambiato la vita… in tutti i sensi (ma questo, prometto, lo racconterò un’altra volta)

Questo post partecipa al blogstorming


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